Sai cosa si prova a vivere il primo viaggio intercontinentale della tua vita? In uno dei paesi più affascinanti e complicati del mondo? Cercherò di trasmetterti le emozioni vissute, buon viaggio!
Partiamo dall’inizio.
Decido di avventurarmi in questo paese dell’America latina nel mese di novembre, il Brasile in questo periodo ha delle temperature ottimali, estive.
Il mio viaggio inizia dall’aeroporto di Fiumicino con il volo delle 9.40 direzione Zurigo, atterro alle 11.25 per un primo scalo molto rapido, cambio veivolo e parto alle 12.15 direzione Rio De Janeiro.
Non stavo più nella pelle e questo però mi portò un mutismo assordante durante tutto il volo, mi stavo godendo quel momento perché l’ho sognato cosi tanto nei mesi precedenti che quasi non riuscivo a credere che stavo volando dall’altra parte del mondo.
Arrivai alle 21.15. Finalmente ero in Brasile.
Rio nonostante le ore notturne mi lasciava senza fiato, già dai primi passi solcati fuori l’aeroporto, una moltitudine di giochi di luci mi accompagnava verso  l’hotel Debret a Copacabana. Una meraviglia indescrivibile.
Day 2
Un risveglio fantastico nella Praia di Copacabana, inizia così la giornata con un primo giro per la spiaggia fino ad arrivare alla fermata del bus che mi avrebbe portato al Pan di Zucchero. (una delle cose da vedere assolutamente se si passa per Rio)
Un pò di storia:
Il Pan di Zucchero è un colle alto 396 mt situato a Rio de Janeiro su un estremo della Baia di Guanabara all’interno dell’oceano Atlantico.
L’origine del suo nome Pão de Açucar è molto dibattuta: alcune fonti sembrano indirizzare la sua somiglianza con un dolce tradizionale, altre invece lo fanno derivare dal termine Pau-nh-acuqua che, nel linguaggio tupiguaranì parlato dagli indigeni tamoios, significa “alta collina”.
Dal 1913 è raggiungibile grazie a una funivia, Bondinho.
Comincio la salita con la funivia, e già durante il percorso si può osservare l’immensità delle grandi strutture levarsi al cielo, fino a divenire quasi piccole nella baia di Guanabara che fino a quel momento avevo visto soltanto nelle cartoline.
Non posso dimenticare la maestosità del mondo che si avverte quando si arriva al parapetto… Intorno a te un silenzio quasi magico e di fronte l’oceano.
Sono rimasto per un lungo periodo ad osservare l’orizzonte, il tempo passava ed una leggera brezza accarezzava la mia anima, dentro, quasi ad avvolgermi in un momento che sarebbe rimasto poi indelebile nella mia vita.
Da questa posizione si poteva osservare l’aeroporto e la precisione con cui gli aerei passavano per completare la discesa verso terra. Per non parlare di quelli che invece si innalzano al cielo per raggiungere la quota e volare per ogni dove. Tutto faceva parte di un meccanismo meraviglioso!
Dopo qualche ora trascorsa ad ascoltare l’assordante silenzio della vetta, scendevo per tornare alla vita caotica della città, pronto per scoprire sempre di più di questa cultura così colorata.
                 
Day 3
La sveglia suona all’alba, si parte presto per andare in un’altra che, se si vive la magia di Rio, è tappa obbligatoria… Il Corcovado!
Una montagna situata al centro di Rio de Janeiro alta 710 metri, Conosciuta da tutti noi per la statua del Cristo Redentore,
alta 38 mt illuminata a giorno è visibile quasi da ogni angolo della città, con le sue braccia spalancate e tutta l’imponenza delle sue 1145 tonnellate inserita nel Parque Nacional da Tijuca.
Un pò di storia:

Questo monumento fu progettato dallo scultore francese Paul Landowski, sotto la 
supervisione dell’ingegnere Heitor da silva Costa, si decise di sviluppare la struttura in calcestruzzo e pietra Saponaria anziché in acciaio, come inizialmente pensato, perché questo materiale venne reputato più idoneo a strutture a forma di croce, e perché più resistente a condizioni climatiche estreme.
Il monumento fu inaugurato solo nel 1931, ma l’idea di costruzione di un grande monumento religioso risale al 1850 quando Pedro Maria Boss un prete cattolico chiese alla principessa Isabella dei fondi per la costruzione dello stesso, che non arrivarono perché la stessa non fu d’accordo con l’idea. La stessa venne del tutto abbandonata nel 1889 quando il Brasile divenne una repubblica e si ebbe la separazione tra stato e chiesa.
Questa è una destinazione fattibile sia a piedi che in  autobus oppure con un fantastico trenino ( che io non riuscii a prendere).
Decisi quindi di percorrere il tragitto in bus per poi arrivare ad un punto dove con dei piccoli van concludevo l’ultimo tratto in una vegetazione fitta e coloratissima fino a raggiungere l’ingresso.
Da qui bisogna armarsi di buona pazienza ed affrontare la fila, molto lenta. Una volta entrati si procede verso il monumento salendo molti scalini, sempre tutto contornato da bellezza, qui il silenzio non esiste anzi, c’è molta confusione per via dell’afflusso massivo dei turisti, ma come per il Pan di zucchero la meraviglia che ti assale è sconvolgente. Come successe in volo per Rio, ricordo benissimo la sensazione di non riuscire ad esternare la mia emozione ma la cosa più strana è che non riuscivo neanche a parlare, provavo ad emettere parole ma erano praticamente scollegate tra loro. Dentro di me stavo vivendo un qualcosa che evidentemente mi ha destabilizzato così tanto in positivo da reagire in questo modo, ma il panorama che ho osservato da quella posizione non si può esprimere con nessun vocabolo, si può solo vivere.
Mi ricordo che nel cielo si esibivano a poca distanza da me, gli amanti del parapendio, suggellando spettacolo e spesso entrando nelle foto di molti come me, che nell’attimo giusto sono riusciti a immortalarli, completando quello che di più bello i miei occhi potevano osservare…un quadro a cielo aperto. Un capolavoro!
Alzando gli occhi al cielo poi osservavi questa statua gigante a braccia aperte, ma lo sguardo presto tornava verso terra per via del sole alto che ha scaldato la mia giornata ma soprattutto ha dato una luce diversa a tutto ciò che ho potuto osservare e vivere sul monte Corcovado. Erano passati solo pochi giorni ma questo paese già mi stava regalando delle emozioni indescrivibili e questo per me è stata una piacevole sorpresa. Iniziata la discesa decido di tornare in hotel cambiarmi e godermi quel che restava del pomeriggio sulla splendida praia de Ipanema. Finalmente decido di concedermi un pò di relax accompagnato da ottime capirinhe e gustosissimi spiedini di gamberi e delizie del posto, che ragazzi e ragazze vendevano in spiaggia come camerieri in un grande ristorante. Tutto per pochi spicci, ma regalando un clima particolarmente piacevole.